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N°92 - Silvana Chiefari testimonia al 4° Convegno: 25.01.2009
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Grazie, Gesù, per averci regalato Nuccia. Alleluia!

TESTIMONIANZA SU NUCCIArosa
di Silvana Chiefari

Scrivere, mettere su carta sentimenti, emozioni e sensazioni vissute fin da bambina sulla mia vita accanto a
mia cugina Nuccia (da noi tutti chiamata Ninnuzza ), penso sia la cosa più difficile che mi accingo a fare.
Io sono Silvana la più piccola delle sorelle Chiefari, (cugine di Nuccia perchè le nostre mamme erano sorelle);
le altre si chiamano Anna, Ida, Teresa e quindi quella che ha trascorso
meno tempo delle altre con Nuccia. Anche perché dal 1964 al
1970 sono stata a Reggio Calabria dove ho frequentato il
Liceo Artistico, allora unico in Calabria. Inoltre dal 1973 mi sono trasferita definitivamente a
Rende (in provincia di Cosenza) per motivi di lavoro. Anche se fino al 1984 ogni venerdì
rientravo a Catanzaro, per tornare a Rende il lunedì mattina giusto in tempo per andare a lavorare.
Che cosa è stata Nuccia per me?
Non so da dove cominciare, perché tutto quello che gli altri sanno di Nuccia e che a loro sembra
meraviglioso ed eccezionale, per me era la condizione normale di vita. Quello che ricordo è che
fin da ragazzina sono stata le sue gambe, perché pur essendo piccola di età e di statura ero molto
forte e prendevo Nuccia in braccio e la portavo in Chiesa , nella nostra chiesetta della Madonna
del Rosario a Sala, proprio davanti a casa nostra. Nuccia non era leggera, anche se a me
ragazzina, sembrava più pesante di quello che era. Ricordo che, con le mie sorelle più grandi,
capitava che in comitiva si andava al cinema, e Nuccia veniva con noi a passeggio d’estate a
Catanzaro Lido e ci si fermava sulla spiaggia a cantare e chiacchierare e lei era con noi, pur
dovendo superare i divieti e i rifiuti di suo padre, (zio Turuzzo). Per fortuna che in questi
spostamenti eravamo accompagnati da un altro zio, zio Luigino (un fratello delle nostre mamme)
quando l’estate veniva in vacanza, oppure da mio padre (per tutti Don Ciccio).Questi ricordi mi
giungono come piccoli lampi . In questo periodo Nuccia mi faceva recitare il Santo Rosario con
lei e tutta la famiglia, riunendoci tutti attorno a sé; …durante il mese di Maggio e nelle novene, e
contemporaneamente dovevo fare i fioretti perla Madonnina a Maggio e a Giugno per il cuore di Gesù.

Quando mi sono trasferita a Rende, durante i fine settimana che trascorrevo a Catanzaro
con un gruppo di ragazzi coordinati dal mio papà e soprattutto da Nuccia, abbiamo messo in
scena "La passione di Gesù". Ricordo sempre la grande partecipazione corale ai canti ed alle
preghiere, anche da parte di chi in quel periodo si era allontanato dal Signore. Era il 1974-75.
Questo gruppo di ragazzi si legò a Nuccia da affetto e da quella spiritualità che trasmetteva,
continuando a frequentarla con assiduità. Nacque allora l'idea di costituire un gruppo folk in
seguito divenuto "Dei Due Mari" Città di Catanzaro.
Nuccia aderì con entusiasmo a questa idea, anzi era la nostra più grande sostenitrice, convincendo
anche quelli più titubanti. Il gruppo era formato da 40 fra ragazzi, ragazze, con la presenza vigile di Don Ciccio.
Nuccia, anche se non poteva seguirci materialmente era
sempre con noi anche sul palco, noi sapevamo che lei pregava sempre per noi e spiritualmente ci
seguiva, e con la sua dolce e benevole pazienza ci ascoltava e ci guidava ed intanto avvicinava i
componenti ed i sostenitori del gruppo alla preghiera comunitaria con la recita del Santo Rosario
e quando c’era la disponibilità del sacerdote si partecipava alla celebrazione della Santa Messa
sempre a casa di Nuccia.
Ricordo sempre la grande partecipazione ai canti ed alle preghiere, anche da parte di
persone che in quel momento si erano allontanate dal Signore. La partecipazione alle funzioni
religiose, l'embrione del gruppo folk , le escursioni al mare di Catanzaro Lido sono i ricordi belli
della vita di Nuccia.
Ma altrettanto indelebili nella mia mente sono i ricordi delle sue sofferenze e delle sue
malattie. Il suo medico curante, il Dottore Mancuso, che era anche il nostro medico di famiglia
soleva dire: Nuccia quando sta bene è grave, figuriamoci quando sta male.
Ricordo un episodio che causò grande stupore a tutte le persone che ne ebbero conoscenza.
Durante una delle sue tante broncopolmoniti ci fu recapitato un telegramma
spedito da Padre Pio. Diceva: “Padre prega benedice”. Dopo qualche ora Nuccia incominciò a
stare meglio ed anche questa era superata. La sorpresa per tutti era l'indirizzo del telegramma
" A NUCCIA CATANZARO "- Nessuno sapeva spiegarsi come
fosse arrivato a destinazione senza altra indicazione.
Ho ricordato Nuccia piena di entusiasmo
malgrado le sue sofferenze per le sue condizioni di
salute e le sue tragedie famigliari. L'ho ricordata quando partecipava con molta intensità e
spiritualità alle preghiere insieme a tutti noi ed alle funzioni religiose, ma mi piace anche
ricordare Nuccia come una ragazza "normale", con la quale ho avuto anche delle discussioni su
argomenti banali, ma anche di una certa importanza sui quali non condividevo alcune sue decisioni ed idee.

Nuccia era una ragazza che ha vissuto la sua età ed il suo tempo: una ragazza che ha
molto sofferto, offrendo le sue sofferenze al Signore, dando a tutti un esempio di vita vissuta e
scrivendo cose bellissime e di grande valore teologico, che ancora stupiscono i lettori dei suoi scritti.

Dopo tanti anni che Nuccia non è più con noi, sento ancora la sua vicinanza rassicurante e
penso di aver avuto la grande fortuna di aver vissuto insieme con lei un indimenticabile periodo della mia vita.

E' con affetto che ho scritto queste cose di Nuccia. Con lo stesso affetto la bacio e la
saluto, avendo la certezza che lei è ancora sempre vicina a me nel bene, ma soprattutto nei
momenti più difficili che tutti noi prima o poi dobbiamo attraversare.
Lei da lassù continua a proteggermi. Ciao, Nuccia.
Rende (CS) 20 gennaio 2008